‘Le leghe devono lavorare assieme con un concetto di filiera. La valorizzazione del talento è in termini aziendali il nostro prodotto principale. Ed è un prodotto che creiamo attraverso i settori giovanili, ma che non vendiamo a sufficienza. E questo si riflette sia in termini di valore tecnico per le Nazionali che economico per i nostri club.”
Così il presidente della Lega B Paolo Bedin, a proposito dello sviluppo dei giovani in Italia, in occasione del convegno 'Il Calciomercato: un'opportunità per i club e per la Football Industry', organizzato da Master Group in collaborazione con ADISE e Banca IFIS a Milano.
"Abbiamo bisogno di generare flussi finanziari - ha aggiunto - per riequilibrare il conto economico. Per questo servono più strumenti che permettano di investire nel settore giovanile, come ad esempio la defiscalizzazione degli investimenti sui vivai e forme di sostegno alla progettualità sugli impianti sportivi e i centri di allenamento.”
‘Fondamentale riattivare i flussi tra Serie B e Serie A – ha sottolineato Bedin -. Il report IFIS mette in risalto un dato indicativo, cioè che solo il 13% delle nostre entrate derivano da cessioni o prestiti alla A. Perché c’è poco travaso di atleti fra la seconda e prima divisione. Questo ovviamente incide anche negativamente su un altro tema, quello della remunerazione degli investimenti dei nostri club sul vivaio. Che può comportare nel futuro un pericoloso progressivo abbandono dei progetti sui giovani, che come istituzioni dobbiamo anticipare e contrastare.”
Al convegno sono intervenuti anche il presidente ADISE Giuseppe Marotta, quello dell’AIC Umberto Calcagno, l’ad della Lega Serie A Luigi De Siervo e Ariela Caglio, docente di Programmazione e controllo presso il Dipartimento accounting dell’Università Bocconi.
Durante il convegno, presso l’Hotel Sheraton di Milano nell’ambito della sessione invernale di mercato dei club calcistici italiani, sono stati presentati i numeri che emergono dal focus dedicato al calciomercato all’interno dell’Osservatorio sullo Sport System Italiano di Banca Ifis e che fotografa un business altamente dinamico con flussi internazionali che collegano tutte le geografie.
Il calciomercato, infatti, genera una spesa media annua di 6,7 miliardi di euro e movimenta oltre 19mila trasferimenti internazionali di giocatori a livello globale.
In particolare, l’analisi ha approfondito le tendenze degli ultimi 7 anni (periodo 2018/2024) delle cinque principali Confederazioni calcistiche internazionali individuando, tra i principali KPI, il valore complessivo della spesa cumulata per l’acquisto dei giocatori, pari a 47 miliardi di euro. Di questa cifra, l’86% è attribuibile ai campionati UEFA, così come, su un totale di 134 mila giocatori acquistati nel medesimo periodo la UEFA ha un’incidenza del 58%. In termini assoluti, questo si traduce in una spesa media annuale per i campionati europei pari a 5,77 miliardi di euro e incassi medi pari a 5,69 miliardi di euro. Sul fronte degli acquisti viene privilegiato il mercato “domestico” del Vecchio Continente, con il 75% degli arrivi provenienti dai campionati UEFA; dato che sale all’81% guardando alle cessioni. A questa convergenza verso l’Europa contribuisce principalmente il Sud America, con il CONMEBOL che fornisce il 36% degli arrivi extra europei. I campionati Sud Americani si confermano dunque un grande contenitore di valore atletico anche per il calcio europeo.
“La ricerca del nostro Ufficio Studi evidenzia che il calciomercato è una leva strategica per i club, capace di catalizzare risorse economiche, grazie a un giro d'affari di quasi 7 miliardi di euro l’anno, oltre all’interesse e all’entusiasmo dei fan, su scala internazionale”, dichiara Raffaele Zingone, Condirettore Generale e Chief Commercial Officer di Banca Ifis.