Una storia di ambizione, dedizione e perseveranza. Una storia che ha richiesto una crescita precoce, saltando tappe cruciali. È questa la traccia percorsa da Giuseppe Ambrosino prima di arrivare al grande calcio, e ora al Como dove ha trovato il suo primo gol in Serie BKT.
Da Procida a Napoli
È l’isola di Procida ad accogliere al mondo il classe 2003, ed è proprio la sua terra a permettergli di scoprire la magia del calcio quando ha appena 6 anni, età in cui comincia a tirare calci e a collezionare speranze. Un amore deflagrato in tutta la sua potenza, prontamente racchiuso nel vincolo dell’eternità, perché Giuseppe, una volta conosciuto il pallone, ha deciso di non negoziare questo indissolubile legame.
Tanto ha inciso la famiglia nel percorso di questo ragazzo, che ha dunque beneficiato di radici solide per poter permettere all’albero della propria vita di ergersi in tutta la sua potenza e stabilità. Giuseppe Ambrosino si avvicina al Vesuvio nel 2013, quando arriva la chiamata del Napoli. I traghetti presi per attraversare il guado che separava presente e futuro sono stati innumerevoli, così come i sacrifici di chi desiderava vedere un bambino, a poco a poco diventato adolescente, poi adulto, avere la possibilità di convertire il sogno in realtà.
Ambrosino cresce, matura, gioca e segna (anche se il suo minutaggio non è sempre scoppiettante, in quanto il fisico non ne ha sempre accompagnato il talento, ma anche sotto questo punto di vista il lavoro è stato notevole).
La stagione 2021 - 2022 è quella della definitiva consacrazione: diciannove gol, cinque assist, tantissime giocate e un Campionato Primavera 1 che ne ha applaudito il rendimento. Diciannove è anche la Nazionale Under che lo convoca nella stessa stagione per l’Europeo di categoria, perso in semifinale contro l’Inghilterra.
Luciano Spalletti, negli scorsi mesi, ne ha fiutato la prospettiva, ha tentato di indirizzarne lo sviluppo, facendogli capire che il sogno napoletano possa essere realizzato con sudore e sacrificio, portando Ambrosino un paio di volte in panchina tra campionato ed Europa League.
Il ritiro a Dimaro è stata una nuova opportunità di crescita, il gol in amichevole contro la Juve Stabia (nel giorno in cui sono stati presentati Raspadori, Simeone e Ndombelé) la prima gioia tra i grandi.
Il Como per il processo di crescita
Crescere vuol dire mettersi in gioco, riscrivere i propri codici, accantonare le proprie certezze per ampliare i propri orizzonti.
Como e la Serie BKT per Ambrosino, possono e potranno significare proprio questo. Lande di terra completamente opposte rispetto a quelle cui erano abituate, bagnate non dal mare ma da un impareggiabile e iconico lago, con modi di vivere e intendere il calcio peculiari ma differenti rispetto a Napoli e dintorni.
I primi tempi non sono stati semplici da assorbire per il diciannovenne, che ha dovuto convivere e sgomitare con una concorrenza talentuosa. Lo scorso 8 dicembre è arrivato l’esordio, avversario il Palermo, poi seguito da un’altra manciata di minuti contro la Reggina, per anticipare quanto accaduto nella reboante vittoria di Terni, dove “Ambro” ha trovato il primo gol da professionista con una fucilata di destro, co quel momento di sussulto e brivido complice una combo traversa-linea che ha rallentato l’esultanza prima che la rete venisse certificata.
La doppietta sfiorata pochi minuti dopo (super Iannarilli in tal caso) non ridimensiona la bellezza di una giornata che questo ragazzo, cresciuto per mare e portato sul lago, ha vissuto e ha intenzione di replicare quanto prima.