La storia di Alessandro Gabrielloni racconta tanto di quanto talento viene smarrito o non riesce ad emergere nel sottobosco del calcio italiano, ossia tutto il panorama dilettantistico.
Il ventisettenne attaccante ha disputato la sua prima stagione di Serie BKT solo nell’ultimo campionato col Como non prima di una scalata per molti proibitiva partita dalla Serie D sempre coi lariani. Prima di approdare in Lombardia, mai il calciatore nativo di Jesi aveva avuto chance di disputare un match della seconda lega per gerarchia del italiano. La gavetta, però, premia chi è costante e Gabrielloni ripaga di anno in anno la fiducia dei club a suon di gol. La sua ascesa, legittimata dalle 4 marcature in cadetteria e la capacità di cambiare il destino di alcune partite entrando a gara in corso, è la dimostrazione plastica che nel calcio la meritocrazia può esistere, e sul lungo periodo si rivela proprio un crocevia di tante carriere.
Le origini diGabrielloni sono legate alla lega nazionale dilettanti in maniera viscerale al punto che è proprio con la rappresentativa dei dilettanti che la punta riuscì a farsi notare per la prima volta.
Alle prime due partecipazioni al torneo di Viareggio siglò infatti 2 reti in 6 partite. La prima esperienza vera in D è stata il Taranto, club in cui nel 2014 – 2015 oltre a segnare 6 reti mette a referto 8 assist.
La stagione successiva resta in Puglia, ma col Martina Franca ha minor fortuna e infatti dopo appena 6 mesi si trasferisce al Campobasso. In Molise ha a disposizione solo girone di ritorno per farsi notare e l’attaccante marchigiano lo sfrutta per realizzare 8 gol. La stagione successiva sarà quella della consacrazione: a 22 anni giunge alla Cavese allenata da mister Emilio Longo, sotto la cui guida si afferma in maniera definitiva come cannoniere. Andrà in gol 16 volte e si confermerà tra le punte più interessanti della categoria, suscitando l’interesse di un’altra pugliese.
Una chance che cambia una carriera
Nel 2017 – 2018 si trasferisce nuovamente, stavolta per compiere il salto nel professionismo con la maglia del Bisceglie.
L’impatto con la categoria non si rivela semplice: in un intero girone accumula appena 520 minuti e a gennaio si accinge a rientrare nel calcio dilettantistico. Ciò che forse non può immaginare è che quel cambio di casacca gli cambierà il destino sportivo e in parte la vita stessa. Emigrato in Lombardia dopo anni al sud, Gabrielloni torna nella competizione che ormai considera casa sua con la volontà di dimostrarsi superiore a essa.
A Como fa ancora meglio che a Campobasso, segnando 10 gol in 14 partite. Si tratta soltanto del preambolo di una storia avvincente e romantica: il campionato successivo centra la promozione coi lariani, con uno score di 12 reti in 2.000 minuti. Il suo volto, in seguito ad anni di sacrifici appesantiti da qualche batosta, è tra quelli più riconoscibili di un club storico che si riappropria della Serie C. Forse all’ormai ventiquattrenne e già navigato attaccante sembra già una favola, ma il vero sogno è appena alle porte.
Nonostante l’esperienza tutt’altro che entusiasmante a Bisceglie, il Como decide di confermarlo nella categoria superiore. Gabrielloni stavolta la approccia con la fame, l’esperienza alle spalle e l’intelligenza di chi sa di non poter perdere un altro treno se desidera essere qualcosa di più che un bomber della Serie D. Il balzo in avanti stavolta riesce dopo aver affinato le sue caratteristiche principali.
Nell’attaccante del Como spicca la capacità implacabile nei movimenti nell’area piccola, zona nevralgica del gioco dove Gabrielloni sembra sapere in anticipo dove finirà il pallone. Un altra dote, di cui non sempre è munito un calciatore che fa dell’area piccola la sua zona di comfort, è l’elevato valore associativo: Gabrielloni infatti sa legarsi coi compagni fungendo da punto di riferimento e sa dettare l’attacco della profondità favorendo anche l’inserimento di altri compagni dalle retrovie. Un prototipo di giocatore sia testa che core.
La consacrazione con il Como di Gattuso
Al primo anno di C realizza 10 gol, nel secondo addirittura 12 griffando un’altra incredibile promozione guidato da un comasco DOC come Giacomo Gattuso.
Nell’ultima Serie BKT si merita la conferma in un roster altamente competitivo che spazia da Cerri a La Gumina e si arricchisce con tantissimi esterni offensivi di qualità. Nell’ultimo campionato lo spazio a lui dedicato non può essere quello degli anni precedenti, ma Gabrielloni si è saputo giocare alla perfezione le proprie carte a partita in corso: si sblocca col Cittadella, regala 3 punti realizzando una doppietta nel 2-1 contro il Cosenza e segna anche nell’1-1 contro il Pordenone. I gol, pur se decisivi, non bastano però a spiegare il significato e il valore della sua esperienza cadetta.
Combattivo ma mai irruento, generoso ma mai offuscato. Un’arma in più in un reparto ricchissimo. La consapevolezza, nello sport e nella vita, è uno strumento preziosissimo: l’attaccante ha vissuto la sua prima stagione in Serie BKT con la maturità e l’umiltà che solo chi ha visto il lato più duro del calcio riesce a sviluppare.
La lunga gavetta gli ha regalato una storia memorabile, che con tanti anni di carriera ancora davanti può arricchirsi con tante pagine pregnanti di profonde soddisfazioni.
Nella foto LaPresse Gabrielloni