Diciassette maggio 2014, settantaduesimo minuto, terzultimo turno del campionato di Serie B. Il Padova deve difendere il vantaggio per 2-1 maturato nel corso del match contro il Pescara, che Giuseppe Mascara ha rimesso in discussione con la propria rete segnata otto giri di lancette prima.
Michele Serena, allenatore dei veneti, decide dunque di rinforzare l’undici in campo sostituendo Renato Kelic con un giovane ragazzo classe ’95 prelevato direttamente dalla Primavera: Alessandro Bellemo.
Un profilo, quello di Alessandro Bellemo, che cominciava a bussare alle porte del grande calcio sin dalla stagione precedente, in cui con la casacca della già menzionata Primavera biancoscudata raccoglieva minuti e applausi, condividendo lo spogliatoio con elementi che, come lui, oggi militano in Serie BKT: da Luca Maniero che si è spostato di pochi chilometri ed è approdato al Cittadella, Davide Voltan e Alberto Barison sono parte del roccioso Südtirol di Pierpaolo Bisoli, mentre Andrea Beghetto spera che il proprio mancino possa contribuire a risollevare le sorti del Perugia.
In questo cerchio di futuri calciatori professionisti, Bellemo lavorava come equilibratore e perno tanto tattico quanto attitudinale, doti che si è portato dietro nel salto tra i grandi.
SPAL, Fano, nuovamente Padova, Pro Vercelli: il centrocampista pioniere dell’equilibrio ha al contempo scelto un’accettabile forma di dinamismo per aggiungere tasselli al proprio percorso, così da completarsi sotto un aspetto calcistico e poter rispondere presente alla chiamata più importante, quella del Como.
Bellemo attracca sulla riva del Lago in un momento di transizione importante per il club: la SENT Entertainment (costola del gruppo Djarum) è da pochi mesi proprietaria del club, e l’intenzione è quella di sistemare il presente e migliorare il futuro di un sodalizio martoriato da alcuni eventi del recente passato.
In questo processo per forza di cose ondeggiante, serve una risorsa umana capace di mantenere le redini del gruppo: Alessandro Bellemo, per qualità del calciatore e leadership, diventa in maniera fisiologica questa figura.
Il capitano al timone del Como
Il progetto del Como viene ben organizzato e curato da parte dei dirigenti, con Carlalberto Ludi come figura apicale, e vede nella promozione in Serie BKT della stagione 2020-2021 la certificazione del proprio lavoro.
Bellemo in cadetteria diventa Capitano, ed è l’ulteriore dimostrazione delle intenzioni dei club di coniugare l’ambizione internazionale con il mantenimento al timone di un capitano e di un un calciatore probabilmente poco mediatico, ma tremendamente funzionale. Bellemo è imprescindibile, segna cinque gol in campionato e si dimostra, anzi conferma, molto abile in entrambe le fasi, perché sa interdire e costruire, invadere gli spazi e rifinire.
L’annata in corso non è cominciata per il verso giusto per i lariani, che hanno accolto tanti campioni ancora parte di un processo di reciproca conoscenza. Le prestazioni non sono state brillanti, a Giacomo Gattuso è subentrato Moreno Longo e la classifica – pur con il tempo come alleato – non è delle migliori.
La partita contro il Venezia rappresentava il giusto momento per lanciare un messaggio di rivalsa, e la firma apposta non poteva essere diversa: quella di Alessandro Bellemo, autore del gol (e che gol) decisivo per la vittoria e faro chiamato a indirizzare il gruppo per la risalita.