Fiore all’occhiello di una terra che ricorda una armoniosa tavolozza di colori caldi, Palermo è una tappa da integrare in diversi itinerari, tra cui quello del calcio.
Attualmente in Serie BKT, i rosanero vantano aneddoti che inorgogliscono gli abitanti del posto, e una storia coltivata negli anni capace di rendere questa piazza affascinante agli occhi dei visitatori.
Città da più di mezzo milione di abitanti, nel corso della storia ha spesso cambiato nome, perché a ogni dominazione corrispondeva un tentativo di appropriazione di questa bellezza e fascino. Il soprannome principale è “Conca d’Oro”, attribuito per la conformazione territoriale che la contraddistingue.
Il calcio, dunque, potrà essere un pretesto per uscire arricchiti da quest’esperienza.
Cosa visitare a Palermo
Prima Comunale, poi Favorita, infine Renzo Barbera, in nome e ricordo dell’eterno presidente, lo stadio è uno dei poli attorno al quale costruire la visita cittadina. Non mancano ovviamente, tutti i luoghi di interesse che hanno reso grande Palermo dal punto di vista culturale e che ne dimostrano le diverse influenze normanne, bizantina e borbonica (e non solo).
Quando si parla di Palermo, si racconta di una città caotica, la quinta in Italia per numero di abitanti, che mostra due anime totalmente diverse: quella diurna fatta di lunghe passeggiate arricchite dalla ricerca di refrigerio tra una granita e una spremuta, e quella notturna in cui la movida e il folklore di zone come Vucciria la fanno da padrone.
La Cattedrale
Il luogo che più incuriosisce, oltre che spiegare molto della città che si sta visitando, è sicuramente il Duomo.
La Cattedrale di Palermo non fa eccezione, ovviamente da raggiungere percorrendo tutta via Vittorio Emanuele, passando dai famosi “Quattro Canti” (e carcando di integrare la visita ad altri luoghi di interesse come il Teatro Massimo).
La Cattedrale è (ri)nata nel 1170 dalla ricostruzione di una precedente antica struttura già esistenza, quest’opera ha convissuto con la vivace – alle volte burrascosa – storia della città, subendo dunque rimaneggiamenti, restauri, aggiunte e modifiche, che la rendono oggi un concentrato di bellezza architettonica e peculiarità artistica.
Palazzo dei Normanni
In loco è conosciuto ancora oggi come Palazzo Reale, denominazione perfetta in quanto è all’unanimità riconosciuto come la più antica residenza Reale d’Europa.
La funzione definibile direttiva/organizzativa non è stata scalfita dal tempo, dato che oggi è la sede dell’Assemblea Regionale Siciliana. Ideato come fortezza e, allo stesso tempo, residenza in grado di lasciar trasparire notevole raffinatezza, è un concentrato unico in Europa per il fatto di essere il risultato della mescolanza dell’arte araba (che lo generò) e normanna (che lo valorizzò). Un luogo decisamente affascinante.
Vucciria e Ballarò: tutto il folklore di Palermo
Palermo is noted for its history, culture, architecture and gastronomy.
"WOW" might be the right word to describe it. pic.twitter.com/hTjj8TapdG— Lega B (@Lega_B) September 11, 2022
Per comprendere al meglio le anime che colorano Palermo e ne plasmano l’identità, un giro tra Ballarò e Vucciria è obbligatorio.
Entrambe sono parti della città in cui sono situati i mercati giornalieri. Restano infatti le mete migliori per un pranzo o un aperitivo nella città siciliana tra mille odori e il “caos organizzato” che ha reso affascinanti questi due luoghi di interesse.
Cosa mangiare a Palermo
Multicolore come la terra che esprime, la cucina palermitana offre tante possibilità.
Inevitabile menzionare il “panino ca meusa”, ovvero un panino farcito con la milza.
Altro elemento cardine di questa terra è la caponata di melanzane, il più tradizionale degli antipasti, mentre una specialità in termini di primi piatti sono gli anelletti al forno. Vanto per i cittadini, la pasta con le sarde e il finocchietto selvatico primeggiano nel roster dei primi di pesce.
Passando ai secondi, la braciola alla palermitana è certamente da provare. Come ogni menù a Palermo che si rispetti, chiudere con il dolce vuol dire lasciarsi andare all’inebriante sapore della cassata, dei cannoli di ricotta, o in alternativa i Buccellati, dolci a base di pastafrolla, contenenti un ripieno di fichi secchi, mandorle e cioccolato.