Serse Cosmi è tornato ed è pronto a fare sul serio. Quella sulla panchina dell’Ascoli è una nuova sfida, per lui che è reduce da due missioni importanti, alla guida del Trapani: una salvezza che sembrava quasi un miraggio, tre stagioni fa e, nella successiva, una finale playoff per l’accesso alla Serie A. Adesso Cosmi dovrà condurre i marchigiani verso la salvezza. Un obiettivo difficile, ma non impossibile.
A quanto pare le piacciono le sfide…
«È stato un anno difficile, come lo sono tutti quelli in cui non sono in campo. È stata dura. Per come sono fatto, per indole e carattere, preferisco vivere il calcio da allenatore, piuttosto che da osservatore. Per questo, e lo dico con sincerità, quando ho ricevuto la chiamata dell’Ascoli non ho neppure considerato la situazione di classifica che era ed è certamente difficile. Sono attratto dal blasone della società, dalla città e dai tifosi. C’è tutto ciò che serve per poter rialzare la testa.»
La salvezza sarebbe un’altra missione portata a termine!
«Ho riflettuto sull’importanza di questo obiettivo. Sarebbe una piccola impresa, paragonabile a quella ottenuta col Trapani. Ci sono tante analogie. Io ce la metterò tutta.»
Se centrata, si aggiungerebbe a un’altra impresa. Mi riferisco a quella finale playoff persa col Pescara… «No, quella è stata una super-impresa. Col tempo l’ho rivalutata. Cito un dato evidente ed in-discutibile: i 44 punti ottenuti nel girone di ritorno. Inoltre, invito a dare un’occhiata agli organici delle due finaliste. Molti giocatori del Pescara oggi sono in A. Di contro, l’u-nico del Trapani che mi-lita nella massima serie è Petkovic, che peraltro non gioca molto. Ciò significa che è stato fatto qualcosa di davvero straordinario.»
Che aria tira nello spogliatoio?
Continua a leggere l’intervista all’allenatore dei marchigiani sul B Magazine di questo mese.