Il 24 settembre del 1961, allo Stadio della Darsena di Ravenna, inizia una storia d’amore che travalica il tempo e lo spazio. Parliamo della storia d’amore tra Ilario Castagner e il suo Perugia.
Quel giorno, prima di campionato del Girone B della Serie C, l’allora ventenne centravanti di Vittorio Veneto, veste per la prima volta la maglia del Grifone. Da quel momento sarà quasi una seconda pelle. Il giovane Castagner arriva a Perugia, fortemente voluto da Guido Mazzetti, per dare sostanza all’attacco del club che, al tempo, veleggia tra Serie C e quarta serie. Il giovane Ilario a Perugia gioca tre stagioni, segna complessivamente 31 reti e, nel 1963-1964, è il capocannoniere del torneo.
Ma ad appena 28 anni Castagner si ritira precocissimo dal calcio giocato. La vera vocazione di Castagner è un’altra, vuole fare l’allenatore.
Già nel 1966, infatti, durante l’esperienza a Prato approfitta della vicinanza geografica con Coverciano per partecipare al corso da allenatore. Quando nel 1969-1970 Corrado Viciani, l’uomo del destino della Ternana, lo chiama come vice sulla panchina dell’Atalanta in Serie A, il futuro è segnato.
Castagner impressiona tutti per la preparazione tecnica e tattica, per la dedizione alla causa e, soprattutto, per quelle idee, decisamente rivoluzionarie. Ha studiato, con attenzione, il fenomeno nascente dell’Olanda del Calcio Totale e la sua applicazione in Italia da parte di due allenatori, Gigi Radice e Tommaso Maestrelli.
A Bergamo è gavetta pura. Viciani viene esonerato ma i dirigenti dell’Atalanta decidono di puntare sul giovane Castagner lasciandolo fino al 1971 come vice di Rota, Gei e Corsini e poi assegnandogli la guida della Primavera che porterà fino alla finali Scudetto.
Nel 1974, a dieci anni di distanza dal primo arrivederci, Perugia torna prepotente nel destino di Castagner, per non uscirne più.
Il 16 giugno la Ternana viene promossa, per la seconda volta in tre anni, in Serie A. Massima serie che il Perugia insegue senza successo da quasi 70 anni. In estate un giovane dirigente del settore tessile, Franco D’Attoma, diventa presidente del Club umbro e come prima mossa ingaggia Castagner per la guida tecnica della prima squadra. Accanto a lui un giovanissimo direttore sportivo di cui sentiremo molto parlare: Silvano Ramaccioni.
In campo è una vera e propria rivoluzione guidata da alcuni giovani calciatori, di belle speranze ma scarsa esperienza. I principali si chiamano Pierluigi Frosio letteralmente inventato difensore centrale, Michele Nappi terzino che anziché difendere corre sulla fascia fino al cross dal fondo, Renato Curi, il motore del centrocampo, Franco Vannini il cervello della manovra e due attaccanti “finti” non da area ma di movimento, Pellizzaro, che Castagner porta a Perugia dall’Atalanta e Paolo Sollier.
A giugno 1975 arriva la promozione in Serie A con tanto di vittoria del campionato. L’anno dopo invece c’è da festeggiare la prima stagione nella massima serie, impreziosita da un ottavo posto a cui fa seguito la clamorosa vittoria sulla Juventus all’ultima giornata.
Il nome di Castagner si lega per sempre a quello del Perugia dei miracoli del 1978-1979: un fenomeno unico nella storia del calcio italiano.
È la prima squadra a chiudere la stagione da imbattuta la Serie A, è la prima squadra a farlo solo con calciatori italiani, il record perugino verrà eguagliato dal Milan nel 1992 e dalla Juventus nel 2012 ma entrambe con diversi stranieri in formazione. È l’unica squadra, tra le imbattute, a non vincere lo scudetto. Il tricolore del 1979 se lo aggiudica, per soli 3 punti di scarto, il Milan di Liedholm, Rivera e Franco Baresi
La carriera di Castagnar lontano dell’Umbria non è però meno prestigiosa o ricca di eventi e soddisfazioni.
Castagner allena in sequenza Lazio, Milan, Inter, Ascoli, Pescara e Pisa centrando la promozione in Serie A con i rossoneri, sfiorando una finale di Coppa Uefa con l’Inter e conquistando la Coppa Intertoto con l’Ascoli.
Ma la storia d’amore con il Perugia non poteva esaurirsi con il finale di stagione del 1980.
Nel maggio del 1993, il nuovo uomo del destino del Grifo, Luciano Gaucci, da due anni alla guida della società, lo chiama ad allenare la prima squadra.
E non è finita qui. Nel 1997-1998 Castagner fa un nuovo grande regalo al suo Perugia. Subentra in corsa ad Attilio Perotti e guida il Grifone, prima alla rimonta in regular season, e poi alla vittoria nello spareggio con il Torino che riporta il Perugia in Serie A.
Durante il weekend in cui è andata in atto la venticinquesima giornata del campionato di Serie BKT, quella del derby umbro, il calcio italiano è stato raggiunto dalla notizia della scomparsa di Castagner: “Grazie Ilario - inneggia lo speaker del Renato Curi a fine partita – questa vittoria le dedichiamo proprio a Lui”.