Da una parte ci sono le ciminiere delle industrie, dall’altra c’è il mare. Quando si entra nella città di La Spezia il colpo d’occhio è praticamente questo. In mezzo? C’è il calcio. Perché lo Speziaè il vero punto di congiunzione di tutta la città. Lo stadio Picco è sicuramente il punto di riferimento, ma nelle vie del centro – quelle dello “struscio” – non si parla d’altro. A partire dallo store ufficiale gestito da Federico La Valle, storico tifoso e speaker della squadra. E il nostro viaggio nel mondo Spezia inizia proprio da qui. A fare gli onori di casa sono Daniele Sciaudone – numero 7 – e l’avvocato Massimo Lombardi, che oltre ad essere tifoso praticamente da sempre, è il "difensore d’ufficio" degli ultras spezzini. “Ma io in tribunale, sopra la toga, ci vado con la sciarpa dello Spezia”, ci tiene precisare. “Anche perché io nasco in curva. La mia passione era il pennello ed ero l’addetto alla realizzazione degli striscioni. Poi ho studiato e quando mi sono laureato ho capito che in questo modo potevo aiutare anche i miei amici della curva”. Una passione che si porta dietro da sempre, che incuriosisce Sciaudone. Vuole sapere qualcosa in più della sua fede calcistica, fin dalle origini. “La mia passione risale alle elementari: mio nonno era un arsenalotto e aveva il calcio come passatempo. Spezia-Giulianova è stata la mia prima partita, avevo 9 anni e finì 2-0. E da allora è diventa la mia coperta di Linus”.
Mentre parla inizia a esporre sul tavolo dello store le maglie storiche dello Spezia che si è fatto prestare dagli amici, nonché tifosi storici. “Ma queste poi mica gliele restituisci?”, scherza Sciaudone che se non fosse un calciatore sarebbe perfetto come animatore per i villaggi turistici. “Ahimè sì – replica Massimo – altrimenti mi vengono a prendere a casa”. Il giocatore le guarda mentre il tifoso racconta aneddoti e caratteristiche di ognuna di esse. Si lascia incuriosire particolarmente da una maglia amaranto in lana. “Ma questa la usavano d’inverno, spero…”. Massimo ride e gli chiede perché abbia scelto lo Spezia. “Ne avevo sempre sentito parlare molto bene. Sapevo che aveva un pubblico caloroso sia in casa che in trasferta e quando ho avuto questa opportunità non ci ho pensato due volte”.
A proposito di pubblico caloroso, Massimo aggiunge. “La curva è una famiglia, condividiamo tutto: gioie e dolori. Anche i lutti. E’ per questo che abbiamo creato il gruppo “Ultras Spezia sezione Paradiso”. Tra una maglia e l’altra Sciaudone prende quella che era stata di Chiappara. “Ecco vedi, lui per noi è un idolo, e guarda un po’ che numero aveva”, gli dice Massimo. “Il 7 come me, che onore!”, risponde Daniele.
Intanto inizia la passeggiata che dal centro della città ci porta al ponte Thaon di Revel. “Daniele ti piace la mesciua?”, chiede Massimo. “In realtà non l’ho ancora provata, per ora solo farinata”. E allora occasione da non perdere per l’avvocato tifoso. “A questo punto devi venire da noi, nella nostra sede del gruppo di tifosi per provarla”. Affare fatto. Sciaudone rilancia: "Però adesso mi spieghi perché lo Spezia ha il simbolo dell’aquila”. Massimo è pronto. “Nello stemma della città c’è l’aquila di mare e noi l’abbiamo mutuata con la testa d’aquila. Poi ci sono il becco e gli artigli come la posizione in campo di Sciaudone, sempre in pressing”. Le risate non mancano. A Sciaudone piace essere a contatto con i tifosi e con la gente, anche se nel corso della passeggiata la vera star è Massimo: lo fermano tutti per un saluto e un abbraccio. Praticamente in città non c’è nessuno che non lo riconosca o che non lo conosca. Daniele lo prende anche un po’ in giro e quando sono di nuovo al punto di partenza del tour, ovvero allo store, si mettono a cantare insieme a squarciagola l’inno dello Spezia. D’altra parte siamo sempre nella settimana di Sanremo, siamo in Liguria e Daniele Sciaudone, prima ancora che calciatore, è animatore di professione.