Lode al settore giovanile del Brescia, un cantiere di talento

Il vivaio delle Rondinelle ha spesso cresciuto grandi talenti, oggi la prima squadra è piena di ragazzi made in Brescia

Nella foto LaPresse Cistana

 

È incredibile pensare come buona parte della fortuna del soprannome “Leonessa” quando si parla di Brescia, sia collegata al primo italiano a vincere il premio Nobel per la letteratura: ovvero Giosuè Carducci che in un suo verso citava la città apostrofandola appunto come “Leonessa d’Italia”.

Era il 1906 e dopo più di un secolo Brescia porta avanti questo tratto di riconoscibilità. 

Brescia, attenzione all’oggi e al domani

Ultracentenario club che ha attraversato dunque decenni e categorie del calcio italiano, il Brescia è un contenitore di storie, calciatori, successi, crolli, risalite, oltre che allenatori e presidenti spesso iconici.

Una realtà che ha ospitato campioni, in campo e in panchina, con status travalicante rispetto ai confini nazionali, da Roberto Baggio a Carletto Mazzone, passando per Luca Toni e tanti altri.

Ora in Serie BKT, il Brescia supporta le basi del progetto tecnico con un settore giovanile scintillante per capacità di portare i ragazzi a fare il grande salto in prima squadra. Una marcata coerenza e connessione ai valori del campionato di Serie B, il campionato degli italiani e dei giovani.

I giovani del Brescia

Un’attenzione, quella riservata ai giovani, che vede nell’ingresso di Gino Corioni nella storia del club il momento spartiacque.

L’indimenticato e indimenticabile Presidente ha regalato al Brescia la propria epoca d’oro, quella in campo sublimata proprio dal Divin Codino Roby Baggio, ma al contempo permesso la fioritura della cultura dei giovani, come valore per la società e vanto per il territorio. Il capolavoro reso tale dalla storia, a tal proposito, non può che corrispondere ad Andrea Pirlo, che con i biancazzurri si è presentato e poi rivelato tra i centrocampisti più forti della storia del calcio.

Una visione del calcio e della sostenibilità del club bresciano rimasta negli anni e arrivata fino ai giorni nostri, dove il talento – spesso locale - è un concetto centrale nella gestione della squadra. I giovani, nel Brescia, giocano (e tanto), come dimostrato dal fatto che quella allenata da Clotet sia la terza squadra più giovane del campionato cadetto (25,1 anni di età media).

In questa moltitudine di ragazzi di belle speranze, alcuni giovani sono nati e cresciuti proprio in città: i due Andrea Cistana e Massimiliano Mangraviti su tutti, poi Andrea Papetti; giocatori freschi di esperienze con la prima squadra, come il sedicenne Patrick Nuamah e il diciottenne Luca Sonzogni. Presi in considerazione, tirati dentro nella mischia, valorizzati come patrimonio.

Fino a pochissimi anni fa la bandiera era portata da Sandro Tonali, altro prodotto ora ai vertici del calcio italiano (e non), in attesa di apprezzare ulteriormente l’incisività di questi ragazzi: forti e orgogliosi esponenti della Leonessa.

 

 

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