Essere un attaccante “moderno” oggi è un compito arduo che richiede una moltitudine di compiti e di sensibilità tecniche, ovviamente senza perdere la lucidità e la propensione al gol. Senza disprezzare una veemenza fisica tipica dei migliori attaccanti che hanno rivoluzionato la scena del calcio recente.
Un mix di tecnica e potenza che nel corso di questa prima parte di campionato abbiamo potuto intuire in possesso dell’attaccante del Modena Nicholas Bonfanti. L’esempio plastico arriva dal gol del momentaneo 0-2 realizzato nel Derby d’Emilia di sabato 26 novembre contro il Parma.
Un pallone proveniente da un assist di pregevole fattura di Luca Tremolada che Bonfanti ha impattato al volo mettendolo alle spalle del quasi coetaneo Corvi. Un gesto che ha ricordato molto alcuni gol di Christian Vieri, uno in particolare che segnò alla Roma nel 2001.
Non a caso il soprannome di Bonfanti deriva da un suo accostamento, forse precoce, al centravanti che ha realizzato 194 reti in carriera e 23 in Nazionale. L’attaccante del Modena è soprannominato lo Squalo, un nickname nato nelle giovanili dell’Inter (di cui è tifosissimo sin da bambino).
Proprio come Vieri che all’Inter ha vissuto una delle fasi più intense ed avvincenti della propria carriera luminosa.
Potenza ed esplosività frutto di un fisico importante, non altissimo, 178 centimetri, ma compatto, robusto, elastico. Da doti tecniche fuori dal comune, con un sinistro esplosivo e l’attitudine mentale al sacrificio in fase di pressing, un valore aggiunto notevole.
Su Nicholas Bonfanti è giusto puntare i riflettori e osservare con attenzione le sue prestazioni che fino ad ora hanno fatto intuire un potenziale interessante. I numeri in tal senso sono dalla sua parte e aiutano a contestualizzare lo stato dell’arte dell’attaccante dei Canarini.
Ad oggi l’attaccante bergamasco ha giocato due stagioni, compresa l’attuale, tra i professionisti, entrambe con il Modena dove è approdato nel luglio 2021 dall’Inter Primavera, ed ha realizzato 13 reti in 26 partite. La media perfetta di un gol ogni due partite. A far brillare gli occhi degli appassionati e degli addetti ai lavori sono le dinamiche con cui sono arrivati i gol di Bonfanti, praticamente tutti in maniera diversa dal precedente.
Cinque gol di testa (tre dei quali nella clamorosa tripletta realizzata al Bari in Supercoppa di Lega Pro, trofeo poi vinto dai Canarini), due di destro, due di sinistro, tre di scaltrezza sotto rete ed uno con azione personale.
I numeri per fare bene ci sono tutti, del resto per Nicholas, il calcio è affare di famiglia, una vocazione ricevuta per discendenza diretta.
Nonno Aquilino è stato un importante attaccante negli Anni Sessanta e Settanta, 84 presenze e 10 reti in Serie A (una con l’Inter) ed il titolo di capocannoniere della Serie B nel 1969-1970 con la maglia del Catania in condivisione con Roberto Bettega ed Ariedo Braida.
Papà Arnaldo, difensore, ha giocato in Serie A con l’Atalanta ed ha svolto una lunga e proficua carriera tra LegaPro e Lega Nazionale Dilettanti giocando tra l’altro con Reggiana, Sambenedettese e Novara.
La palla adesso passa a Nicholas e le sensazioni sul ragazzo sono molto positive.