Novara, il decano dei masseur e il tutor dei giovani

B Marzio è nella città piemontese dove c'è un modello organizzativo professionale anche nella crescita dei giovani. Ne è la dimostrazione Elio Sicignano che dalla sveglia alla scuola, dagli allenamenti alla cena segue i ragazzini del club. Da chi è nel club da appena un anno a chi invece ci sta da dieci: Lorenzo De Mani, nome che suona come una missione, è il massaggiatore dai tempi della C2

 

 

Piccoli calciatori crescono. E a Novara sono molto attenti a far diventare uomini, prima ancora che calciatori, i ragazzi più giovani. Un compito tutt’altro che facile, ma al quale Elio Sicignano si dedica con l’attenzione e l’affetto di un padre. “Al massimo un fratello maggiore – ammette sorridendo – perché sarebbe impossibile prendere il posto di un genitore”. Ma da un anno a questa parte Elio ci sta mettendo il massimo per far crescere i ragazzi che vivono nel convitto di Novarello. Una struttura meravigliosa immersa nel verde dei campi da calcio e non solo.

“La mia giornata inizia molto presto al mattino quando mi occupo della sveglia di tutti i ragazzi che vivono qui”, sono circa una ventina e rappresentano la parte dei giovani del Novara che per motivi logistici non possono vivere con le proprie famiglie. “Un buon 50% è fatto di ragazzi italiani, ma l’altra metà sono stranieri”. Europa ma non solo perché l’accademia del Novara è multietnica. “In camera con me, ad esempio, ci sono un ragazzo africano ed uno di origini brasiliane”.

Prima ancora del calcio, però, l’attenzione è rivolta alla scuola. “I ragazzi sanno che per essere tesserati regolarmente devono avere un profitto scolastico sufficiente altrimenti la Federazione crea problemi per la stagione successiva”. Elio li segue sopratutto nei rapporti con i professori andando a sostituire i genitori dei ragazzi nei colloqui scolastici con i docenti. Ma non solo. “Sono anche il loro migliore amico quando si esce la sera o si organizza qualcosa di extra scolastico”. Con la sua auto li accompagna in centro città o li va a riprendere in stazione quando tornano dai giorni libero post partita. 

“I più giovani sono del 2001 e poi arrivano fino all’età della Primavera”. Tutti insieme, in camere da due situate al primo piano del convitto di Novarello, dove per altro condividono la struttura con la prima squadra nei giorni di ritiro pre partita. “E’ anche l’occasione per i più giovani di respirare l’aria dello spogliatoio dei più grandi. E quando gioca la Primavera nel campo qui sotto, vengono tutti a fare il tifo”. Il modo ideale per tenerli sotto controllo e fare spogliatoio…perché per diventare calciatori bisogna iniziare ad imparare proprio da qui. 

Visto il protagonista di questa storia sarebbe facile pensare che sia “tutto uno scherzo”. Ma dietro l’acquisto del Novara calcio da parte di Massimo De Salvo c’è il nome di Lorenzo De Mani: di professione massofisioterapista, ma per tutto il massaggiatore del Novara da oltre 10 anni.

“All’epoca ero al Barengo in Serie D e il Novara aveva messo gli occhi su uno dei nostri giocatori. Quando il direttore del Barengo si incontrò con Borgo, direttore all’epoca del Novara, lo trovò al telefono disperato perché a due settimane dai playoff era rimasto senza massaggiatore. Al che gli venne l’idea di fare il mio nome dicendogli che venivo da due promozioni con loro e che al momento ero disoccupato”. Borgo ci pensò pochissimo prima di chiamarlo in prova. “E per prima cosa mi mandarono Max Palombo per testare le mie qualità. Non erano passati neanche 10 minuti dall’inizio del massaggio che mi disse “E tu che hai fatto fino a oggi? Perché non ti abbiamo conosciuto prima?”, e così capii di aver fatto centro”.

Da quel momento le sue mani non si sono mai più staccate dalle gambe dei calciatori del Novara ed è proprio grazie ad una sua intuizione che ci fu il passaggio di proprietà. “Dopo una serata interminabile al pronto soccorso in attesa di una radiografia ad un nostro giocatore proposi al direttore Borgo di chiedere a una clinica vicino al nostro campo di allenamento se volevano diventare nostri partner con uno cambio merci: loro ci facevano fare le visite di routine e noi avremmo dato visibilità al loro marchio sui cartelloni pubblicitari a bordo campo durante le partite”. Una trattativa durata poco meno di 2 settimane nelle quali Lorenzo e Borgo si aggiornavano in tempo reale, ma solo di notte. “Mi chiamava verso l’una e mezza di notte perché a quell’ora gli veniva tutto più comodo, mentre io avrei voluto solo dormire”, aggiunge ridendo. “Poi Borgo mi disse che il dottor Di Salvo voleva organizzare un’amichevole tra il Novara e il Verano Calcio, squadra della quale era presidente, per quello stesso fine settimana, e che sarei stato io a doverlo comunicare ai ragazzi”. Si, perché in Serie C2 – dove giocava in quell’anno il Novara – Lorenzo faceva anche da Team Manager e all’occorrenza tirava anche su il tabellone luminoso per le sostituzioni. “Ammetto che sulle prime non la presero benissimo perché avrebbero voluto andare in vacanza, ma alla fine si convinsero”. La partita andò molto meglio del previsto, però. “Due giorni dopo Borgo mi richiamò per dire che Di Salvo si era deciso, niente sponsor, avrebbe direttamente comprato il Novara”.

E da lì è iniziata la storia del Novara calcio che dalla C2 è arrivato fino in Serie A, con le mani sempre attente di Lorenzo, diventato negli anni vero e proprio talismano della squadra. “Era diventata tradizione che prima di ogni partita i giocatori mi facessero uno scherzo diverso”, e così fu anche la notte prima dello spareggio decisivo per la promozione in Serie A contro il Padova. “Verso mezzanotte e mezza erano tutti in giro per Novarello con i riflettori accessi per cercarmi perché volevano chiudermi nello spogliatoio per il classico scherzo bene augurante, ma io mi ero nascosto benissimo. Ad un certo punto sentii Jimmy Fontana che con un megafono, forse, mi disse “Lorenzo è inutile che ti nascondi, perché alla fine ti troviamo, possiamo andare avanti anche tutta la notte, tanto domani non abbiamo nulla da fare”, e a quel punto mi venne talmente tanto da ridere che mi feci beccare”. Il giorno dopo, poi, vinsero la partita e coronarono il sogno della promozione in Serie A.

Ma quella fu solo una delle tante nottate in bianco trascorse con la squadra. “Una volta, mentre andavamo a giocare in trasferta, i ragazzi ritornarono sul pullman con un barattolo da 5 chili di Nutella e quella stessa notte mi ci fecero una statua. Rimasi fino alle 6 del mattino a pulire le mattonelle del bagno ed il mio corpo dal quale la Nutella non si staccava in nessun modo. Il giorno dopo ero nello spogliatoio con loro, senza aver dormito praticamente neanche un’ora”. E nonostante tutto il Novara ed i calciatori sono la sua vita. “Con Morimoto e Mascara mi sento ancora su Twitter, mentre Cabrini è stato l’allenatore con il quale ho avuto il rapporto umano più bello”. E della retrocessione in Lega Pro la cosa che più di tutte lo ha intristito è stato non avere più i nomi dietro le maglie. “Mi sembrava di essere tornati indietro alle categorie dilettantistiche, una tristezza infinita”. 

Quello ora è solo un (brutto) ricordo per Lorenzo che si gode gli scherzi subiti quotidianamente e si prende anche qualche merito per il Novara che è adesso: c’è molto più del suo zampino nella favola di oggi. E’ tutto vero…altro che scherzo

Nella foto Elio Sicignano

 

 

 

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