Rosati fa il Celentano. Il tifoso: Ti voglio in piazza per la A

B Marzio fa tappa a Perugia e fa incontrare il portiere dei Grifoni con un suo storico appassionato, Marco Cacioni

 

 

Visti così, uno accanto all’altro, formano l’articolo “il”. Marco Cacioni, tifoso del Perugia, nei panni della vocale, Antonio Rosati (portiere della squadra di Bucchi), in quello della consonante. Questione di centimetri, certo, ma quando si parla di Perugia e di attaccamento alla maglia, è d’obbligo dire che sono esattamente alla stessa altezza. Marco è abbonato da quando aveva 8 anni. “La mia prima partita allo stadio è stata in Coppa Italia contro il Napoli. C’era anche Maradona, e chi se la dimentica”. Antonio Rosati lo ascolta e resta rapito dalla tessera che Marco tira fuori dalla tasca, è quella del suo primo abbonamento, “un reperto storico”, aggiunge il tifoso.

Insomma, ci potrebbe stare benissimo all’interno delle teche del museo del Perugia, quello inaugurato poco meno di un anno fa proprio all’interno di un’ala del Curi. “Qui ci sono tutti i cimeli dei tifosi e c’è praticamente tutta la nostra storia”. Marco fa strada, ma Antonio sa già dove voler arrivare. C’è la maglia di Renato Curi, ci sono le sciarpe dei gruppi delle curve, ci sono le targhe e le coppe, e poi c’è una foto di Rosati. “Sì, ma il numero sarebbe da sistemare”, spiega il portiere. “Perché i minuti di imbattibilità casalinga sono altri…”, aggiunge con una risata.

Il percorso che i due fanno è a ritroso, ovvero quello che ogni tifoso compie alla fine di ogni partita. Dallo stadio al centro di Perugia. Un piccolissimo tratto a piedi e poi dritti nel “minimetrò”: un piccolo vagone su una monorotaia che collega il centro della città al piazzale del Curi. “10’ e ci siamo”, rassicura Marco mentre Antonio Rosati è alle prese con la macchinetta dei biglietti. Una volta “in carrozza” la conversazione tra i due si accende. “A Perugia mi trovo benissimo – spiega Rosati – la mia famiglia si trova alla grande e poi c’è la tifoseria che mi fa sentire importante”. Marco è fierissimo di questo complimento e ringrazia Antonio per le belle prestazioni che ha fornito finora con la maglia del Perugia sulle spalle. “Che poi io sono cresciuto con negli anni di Gaucci, quando giocavo anche nella squadra di calcio a 5 insieme a Riccardo, il figlio del presidente Luciano”, Antonio è incuriosito e gli chiede qualche aneddoto. “Beh ti posso dire che quando prendemmo Nakata, la nostra squadra di calcio a 5 fu invitata a Tokyo per un torneo contro i giapponesi: un’esperienza unica”.

I 10’ sono passati e la fermata di Pincetto è l’ultima della corsa: si scende. Due passi a piedi e la fontana di Piazza 4 novembre è già illuminata. “E’ qui che si festeggiano le promozioni, e vorrei tanto vedere al più presto Antonio arrivarci sul pullman scoperto”. Il portiere del Perugia compie i debiti scongiura e ringrazia. “Intanto penso a fare bene quest’anno, poi si vedrà”. A proposito, Marco gli chiede anche un po’ del suo futuro. “Mi piacerebbe anche rimanere qui e chiudere la carriera con questi colori”, ammette Antonio. “E faresti bene, perché questa è una città che ti entra dentro”, aggiunge Marco. “Anzi, approfitto per fare un appello turistico – riprende Antonio – venite a Perugia, perché è una città stupenda”, Marco sorride e ringrazia.

Prima di salutarsi, però, il tifoso ha un’ultima curiosità. “So che sei famoso nello spogliatoio per un’imitazione che fai benissimo…”. Antonio lo guarda, ci pensa un attimo e poi ride. “Le voci girano troppo velocemente”, prova a prendere tempo, ma poi non resiste e attacca con una strofa di una canzone di Adriano Celentano. La risata diventa generale, ma oltre ad essere bravo nell’imitazione è anche intonato. I due si salutano con un sorriso ed un abbraccio sincero…che va al di là dell’evidente differenza di altezza.

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