Stroppa ha Monza nel destino

“Paradiso”: così Stroppa, da calciatore dell’Avellino, definiva il club brianzolo

 

 

Paradiso”: così un trentacinquenne Giovanni Stroppa, all’epoca calciatore dell’Avellino, definiva il Monza, club che gli aveva aperto le porte del calcio “dei grandi”.

Era il 1987, il calcio italiano ancora pativa la delusione Mondiale maturata un anno prima, e si avvertiva le necessità di rimpolpare di talento il nostro movimento. È in questo contesto che comincia il viaggio di “Giovannino”.

Il posto del cuore è la Lombardia

Esatto, perché la vita e la carriera del nativo di Mulazzano hanno messo e mosso le radici proprio nella “sua” regione, la Lombardia.

È il rossonero del Milan ad averne segnato gli avvii. Tanti incontri certamente formativi: il compagno di squadra Paolo Maldini, gli allenatori Italo Galbiati e Fabio Capello. Personalità importanti che hanno forgiato la personalità del giovane ed estroso centrocampista. Il Monza è un’opportunità per conoscersi e farsi conoscere al di fuori della comfort zone, come dichiarò proprio il diretto interessato.

Stroppa nasce nel 1968, un periodo di forti cambiamenti In Italia. Un momento spartiacque in cui le generazioni che guideranno il Paese vogliono rompere con il passato e dare spazio a nuove idee, visioni, decisioni controintuitive, libertà e creatività. Peculiarità riscontrabili in quello che sarebbe stato, qualche anno dopo, il calcio di Giovanni.

Centrocampista tecnico, elegante, per l’appunto creativo e dedito alla sublimazione del tasso estetico delle sue giocate, Stroppa a Monza abbina il proprio “Io” alle richieste del calcio professionistico: agonismo, collaborazione, sacrificio. Giovannino arriva nell’87, va via nell’89, nel frattempo compie vent’anni, colleziona una promozione in B e una salvezza.

Il giocatore riconsegnato al Milan è pronto per dire la sua nella squadra che dominerà in Europa.

Il percorso da allenatore e il ritorno a Monza

Così come la carriera da calciatore, per Stroppa anche quella da allenatore è iniziata nel settore giovanile del Milan. Nella stagione 2011-2012 arriva il salto tra i professionisti grazie all’opportunità offertagli dal Südtirol, la prima di varie (vincenti) tappe tra Serie A, B e C. Analizzando i momenti e le “fermate” del viaggio goduto finora, emerge come il protagonista di questa storia sia un allenatore capace di vivere cicli o di subentrare nella fase in cui alla compagine che ha puntato sulle sue qualità serve quello che nello slang anglosassone è definito “turning point”, ovvero il punto di svolta. È accaduto a Foggia, dov’è sotto la sua egida che è arrivata la promozione in B dopo la frizzante fase De Zerbi, così come a Crotone, club al quale ha permesso di ritrovare la A al termine dell’annata 2019-2020, nonostante le fatiche che ne accompagnarono l’approdo in terra calabrese qualche mese prima.

Il 28 maggio 2021 una delle date memorabili della sua carriera, ovvero il giorno del comunicato che ne ha annunciato il ritorno nel Monza. “Negli ultimi cinque anni ho allenato lontano da casa, questa nuova esperienza mi fa ritornare in un posto a me caro, cercherò di portare il bel gioco e i risultati sperati attraverso il lavoro e una dedizione maniacale a tutto quello che può essere il mio percorso lavorativo”.

Queste le prime parole che hanno accompagnato il suo secondo mandato biancorosso. Una conferenza in cui traspariva in termini di mimica facciale la grande emozione che Stroppa ha provato tornando nel suo paradiso.

Gioco propositivo e valorizzazione dei calciatori: il credo di Stroppa 

Il credo tattico di mister Stroppa ha sicuramente rispettato le ambizioni della proprietà e dei tifosi. Secondo miglior attacco, prima squadra per percentuale media di possesso palla, la costante volontà di controllare la sfera per dominare tecnicamente e territorialmente la partita. Diverse intuizioni hanno costellato il percorso dei brianzoli, come Patrick Ciurria schierato mezzala, Carlos Augusto “braccetto” sinistro nella solita difesa a tre, Valoti ondeggiante tra i reparti. Senza dimenticare quanto di buono fatto per e con José Machin, tornato a essere il calciatore importante conosciuto nel 2019-2020 a Pescara.

La regular season di Serie BKT non è terminata con l’epilogo che la piazza avrebbe desiderato, dato il KO all’ultima giornata a Perugia che ha sottratto la promozione diretta in Serie A, ma la vittoria in quel di Brescia nella semifinale di andata dei playoff ha lasciato ulteriormente intendere quale sia la volontà di Stroppa e del Monza: tornare nella massima serie, così da chiudere quel cerchio aperto quando un adolescente Giovannino conobbe il mondo Bagai.

 

 

 

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