Buon Compleanno Pisa

Storia e curiosità del club toscano all'ombra della celeberrima torre

 

“Ahi Pisa, vituperio de le genti del bel paese là dove 'l sì suona, poi che i vicini a te punir son lenti”. È il verso, decisamente poco edificante, con il quale Dante Alighieri, nel Canto XXXIII Inferno, apriva i versi passati alla Storia come l’Invettiva contro Pisa.

Ma il sommo Poeta, il padre della Lingua italiana, mai e poi mai avrebbe immaginato che poco meno di 700 anni dopo, Vituperio, sarebbe diventato, osiamo dire in perfetta legge del contrappasso, un simbolo, quasi una mascotte, della squadra di calcio della Città di Pisa. Un simbolo orgoglioso e identitario del tifo stesso.

Orgoglio e identità che sono il tratto distintivo di Pisa, la città della Normale, la città di Galileo Galilei, la città della Torre Pendente, una delle Quattro Repubbliche Marinare della Storia d’Italia.

Orgoglio e identità che sono alla base della scelta, di una ventina di giovani pisani, che nell’aprile del 1909, in una cantina di Via San Paolo, diedero vita al Pisa Sporting Club.

Curioso il tema cromatico che distingue i primi anni di storia del Club. I primi colori sociali del Pisa furono il bianco ed il rosso, in omaggio al gonfalone cittadino.

Ma ben presto i venti giovani fondatori, tra i quali Enrico Canti, che fu il primo presidente, e Ferruccio Giovannini, il primo segretario del sodalizio, decisero di virare sul più moderno e internazionale neroazzurro.

Internazionale nel senso di Internazionale Football Club, la squadra di Milano in quella primavera del 1910 fresca Campione d’Italia.

Una scelta che ha attraversato tutti i successivi anni di vita del calcio a Pisa tanto con la dizione Sporting Club, quanto nella forma di Associazione Calcio Pisa, Pisa Calcio e Associazione Calcio Pisa 1909.

Oltre un secolo di vita nel quale i colori neroazzurri pisani hanno sventolato nei campi di tutta Italia mettendo insieme 17 partecipazioni alla massima serie italiana suddivise tra Prima Categoria, Prima Divisione e Serie A e 38 partecipazioni, con quella attuale, alla Serie B.

Il tutto condito da due vittorie della Mitropa Cup, nel biennio d’oro 1985-1987, due vittorie del Campionato di Serie B, sempre a cavallo tra il 1985 ed il 1987, una Coppa Italia Serie C ed una finale Scudetto della Serie A, quella del 1920-1921, quando il Pisa venne sconfitto a Torino dalla Pro Vercelli per 2-1.

Un secolo di vita fatto oltre che di identità, orgoglio e simboli anche e soprattutto di luoghi e persone.

Il luogo per eccellenza del Pisa Sporting Club è, nemmeno a dirlo, l’Arena Garibaldi. Lo storico impianto di Porta Lucca inaugurato il 26 ottobre 1919 e che ancora oggi, dopo vari lavori di ampliamento e ristrutturazione, a partire dalla nascita della Curva Nord dedicata al tifoso scomparso Maurizio Alberti, è la sede delle gesta dei neroazzurri.

Passando alle persone è invece davvero complicato concentrare in poco spazio la massa di idoli ed eroi che il Pisa Calcio ha regalato al calcio italiano ed internazionale. 

Provando a seguire un ideale filo conduttore partiamo da personaggi di fama mondiale come Sergio Bertoni, 119 presenze e 41 gol con la casacca pisana, Oro olimpico a Berlino nel 1936 e Campione del Mondo in Francia nel 1938 sempre con l'Italia di Vittorio Pozzo.

Con lui Carlo Biagi, oro olimpico sempre a Berlino nel 1936. Ma non possiamo trascurare pezzi da novanta del calcio internazionale come Henrik Larsen, campione d'Europa con la Danimarca a Svezia 1992 e soprattutto Diego Pablo Simeone.

Si proprio lui l'allenatore dell'Atletico Madrid più vincente della storia che approda giovanissimo nel calcio europeo grazie al Pisa.

In Toscana Il Cholo resta due anni, dal 1990 al 1992 gioca 55 partite segna 6 reti e durante la militanza nerorazzura conquisterà la Coppa America con la Nazionale argentina a  Cile 1991.

Questa lista non può dimenticare Klaus Berggreenn e Wim Kieft due calciatori passati per Pisa e che hanno fatto la fortuna della Danimarca e dell'Olanda e, ovviamente, i recordman dei colori neroazzurri, Enzo Loni il capocannoniere all-time del Pisa con 78 reti e Fabrizio Barontini l'uomo che ha visto il neroazzurro più di tutti, 318 volte.

Chiudiamo con un doveroso e dovuto accenno a Romeo Anconetani l'uomo che ha trasformato il Pisa in un fenomeno di massa. Anconetani, il Presidentissimo, ha guidato i neroazzurri dal 1978 al 1994, il più longevo in assoluto, dando vita a quella che viene comunemente conosciuta come l'Era Anconetani, l'epoca d'oro del calcio a Pisa. L'era degli Anni della Serie A, dei trofei e dei tanti campioni in campo. Un'era che l'attuale proprietà ha tutta l'intenzione di ripercorrere passo passo.

 

 

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