Corsa, dinamismo e quella capacità di accelerazione che lo mette in condizione di poter crossare in maniera pulita ed efficace. Tutto questo è Pietro Martino, il terzino del Cosenza, l’uomo in più nello scacchiere di William Viali in questa fase della stagione, ormai da sfruttare come jolly anche fuori posizione in caso di assenze, proprio come successo nella gara di ritorno contro il Palermo.
Pietro Martino, nato a Modena nel 1997, è diventato, con il trascorrere delle giornate un vero fattore decisivo di questo incredibile girone di ritorno dei Lupi della Sila. Un girone di ritorno che, ad oggi, ha visto il Cosenza raccogliere in 13 partite più punti di quanti ne ha raccolti in tutta l’andata del torneo.
Un exploit frutto di diversi fattori, che vanno dalla forma fisica invidiabile, all’interpretazione più aggressiva del modulo, passando per l’arrivo di alcune pedine nel mercato invernale e, appunto, per Pietro Martino. Il classe ‘97 sia nell’impiego come terzino sinistro, quanto in quello come terzino destro, innesta nel motore dei rossoblù il cambio di passo, e le triangolazioni, necessarie a creare superiorità numerica in fase offensiva, senza ovviamente trascurare la fase difensiva.
Come sempre i numeri sono la testimonianza migliore per descrivere la realtà. Martino ad oggi ha giocato 22 partite, 1239’ minuti complessivi, partendo titolare in 13 partite, alle quali va aggiunto il match con il Como in cui entra all’8’ minuto per l’infortunio di Rispoli.
In queste partite il Cosenza ha raccolto 17 punti dei 36 punti complessivi con una media di 1,21 a partita a fronte di una media complessiva di 1,12. Ma non solo. Il Cosenza ha segnato in tutta la stagione 26 reti, 15 delle quali nell’arco di partite con Martino titolare della fascia.
Numeri ai quali vanno aggiunti alcuni dettagli che meglio completano l’importanza del terzino modenese per il gioco di Viali.
Partiamo dai tocchi, 856 totali, una media di 39 a partita, tantissimi. Per non tacere dei passaggi. Martino ha una precisione del 73,29%, una media all’interno della quale sono presenti ben 48 passaggi lunghi. Quindi non solo il classico appoggio al compagno di reparto ma il segno certo di una propensione alla giocata più complessa.
La prova provata arriva dall’assist per il gol di D’Urso in Pisa-Cosenza del 5 novembre.
Per completare il discorso numeri è fondamentale sottolineare l’attitudine al duello, sia esso di testa, a terra o in tackle. Martino nella Serie BKT 2022-2023 ne ha ingaggiati fino alla trentaduesima giornata 172, vincendone il 53,49% più 21 intercetti. Quasi uno a partita, elementi che ne specificano la grande capacità difensiva.
Il dilemma su Martino a questo punto della stagione diventa uno solo, e si concentra sul perché un giocatore così affidabile sia arrivato in Serie B solo a 25 anni, nonostante un’esperienza notevole nelle serie minori.
A fare da trampolino alla sua carriera è stato poi un nome in particolar, quello di Zdenek Zeman, l’allenatore boemo che nella stagione 2020-2021 lo rende un titolare fisso nella quarta edizione della sua avventura a Foggia. Martino approda in rossonero in punta di piedi, arrivato in Serie C dopo sei stagioni di Serie D ripartite tra Clodiese, tre anni, Legnago, Arzignano, Virtus Castelfranco ed Adriese.
Ed è proprio Zeman a plasmare, in via definitiva, le caratteristiche di Martino innestando nel suo percorso professionale metodi di allenamento durissimi, ma efficaci, la sapienza tattica di effettuare, con la stessa efficacia, la fase offensiva e quella difensiva e soprattutto affinando l’innata propensione all’assist.
Una propensione rivelatasi con prepotenza nel biennio 2019-2021 quando con la maglia della Clodiese in Serie D ne sforna ben 19.
Nonostante sia arrivato “tardi” nel campionato cadetto però, il trend delle ultime due stagioni ha preso un andamento positivo, e ora per Martino potrebbe aprirsi davanti una strada decisamente più in discesa rispetto al passato.